mercoledì 25 novembre 2009

TIERRA DE LOS INCAS

INFORMAZIONI UTILI: turista informato, mezzo salvato....

Non la smetterò MAI di dirlo, non fate i turisti allo sbaraglio, leggete, informatevi, chiedete, fatevi un minimo di cultura sul paese dove andrete: lo apprezzerete di più e...lui apprezzerà di più voi.

Moneta: NUEVO SOL circa 2.9 USD
Quando andare: quando non piove, quindi evitate i mesi da novembre a marzo...
Mal d'altura: si evita bevendo mate di coca, masticando coca, bevendo molto e mangiando leggero. Io personalmente non ne ho praticamente sofferto.
Lingua: Spagnolo, l'inglese è parlato da alcune guide ma è tendenzialmente poco diffuso.
Vaccinazioni: Nessuna è obbligatoria, rinnovare l'antitifica non è male, se andate in Amazzonia prendete in considerazione la profilassi antimalarica.
Consigli: vestitevi a strati, portate sempre con voi soldi e documenti, non bevete acqua se non confezionata e niente verdure e frutta crude.
Elettricità: le nostre spine tipo C (a due poli) si usano tranquillamente, non ho avuto problemi né per il cellulare né per la macchina fotografica. http://www.viaggiatori.net/turismoestero/Peru/corrente_elettrica in ogni caso qui trovate ciò che vi serve.
Telefono: siete pazzi, usate la mail o i locutorios. Ma se potete la mail è la cosa migliore, ci sono mille internet point e negli alberghi è spesso gratuito. Io ho comunicato così, previa erudizione della famiglia....
Documenti: passaporto con almeno 6 mesi di validità
Cosa mettere in valigia:
  • crema solare e berretto
  • vestiti a "cipolla" dalla maglietta al maglione pesante
  • occhiali da sole
  • medicinali per il mal di testa, un buon diuretico e un antidiarroico, un antibiotico a largo spettro, amuchina gel, se soffrite anche qualcosa per lo stomaco.
  • scarpe comode per camminare
  • impermeabile leggero
  • fotocopia dei documenti da lasciare in valigia
Siti Utili:
ESTA: se transitate attraverso gli USA dovete obbligatoriamente compilare il modulo ESTA online prima di partire. Lo compilerete nuovamente sull'aereo. Calcolate almeno 1 ora di stop per controlli nel primo aeroporto statunitense.

A tutti quelli che mi hanno chiesto "..e perché vai in Perù??" come se stessi facendo qualcosa di inconsulto ho deciso un giorno di rispondere solo e soltanto "...per vedere com'è...".
Alla fine ho capito che è esattamente questo il motivo, in soldoni, che mi spinge a viaggiare ogni volta, a organizzare nuove avventure con quella passione tipica di chi vede il mondo come un bambino vede il sacco di babbo natale: un miscuglio elettrizzante di regali.
Parto da Milano e dopo soltanto 3 aerei e un totale di 30 ore di viaggio (compresa una sostarella nella grigia e bituminosa Grande Mela) arrivo finalmente ad Arequipa, la città bianca, così chiamata per le costruzioni in "sillar" una pietra bianchissima di cui è fatta anche la maestosa cattedrale, che, a proposito, ha una particolarità: l'entrata principale è su un lato e non su uno dei lati minori.
Anzitutto il caldo è caraibico e io ho solo maglie a maniche lunghe e 1 canotta, la preveggenza non è mai stata il mio forte...siamo alle soglie della stagione delle piogge e qui sembra agosto....
L'hotel Torres de Ugarte dispone di una fantastica terrazza in cui mi catapulto per riposare un pò....
Arequipa è una città enorme gemellata con l'italica Biella, ma non è consigliabile, specie se non siete avvezzi a viaggiare, addentrarsi molto in periferia, il Perù è un paese abbastanza pericoloso sia per quanto riguarda i furti che i sequestri.
Questo è ciò che leggerete su una qualunque guida-terroristica...se è per questo la Lonely Planet dice anche che si può contrarre la peste bubbonica.
Ora le cose sono due: o decidete di pernottare in mezzo ai topi e allora la Lonely può anche avere ragione oppure decidete di vivere sereni e prendere le precauzioni del caso...personalmente non mi sono mai sentita in pericolo durante il viaggio.
Il mio giro è stato il seguente: AREQUIPA, VALLE DEL COLCA E CHIVAY, CRUZ DEL CONDOR, PUNO E LAGO TITICACA, ISOLA AMANTANI, TAQUILE, ISOLE GALLEGGIANTI DEGLI UROS, MACCHU PICCHU, CUSCO, VALLE SACRA DEGLI INCAS (spesa totale 12 notti in hotel, pasti, spostamenti, entrate a città, musei e siti archeologici euro 550 - extra quali souvenir, taxi JFK-Manhattan e JFK-La Guardia, pasti in aeroporto, mance 350 USD).
Non ho molto tempo e nemmeno un grande patrimonio, ma come sempre non sono una che viaggia nel lusso...anche se qui decido di contattare una signorina per farmi prenotare in anticipo qualche spostamento; Lourdes è gentile e risponde a ogni mia domanda senza esitazioni.
Ad Arequipa vaghiamo un pò per il centro, incontrando subito una manifestazione per i diritti dei lavoratori autonomi..chiedo a un passante informazioni e lui mi dice che in Perù solo chi lavora per lo stato ha diritto alla pensione e chi invece ha un'attività in proprio non ha alcuna forma di previdenza sociale. Vorrei unirmi alla manifestazione, ma la mia compagna riesce a dissuadermi..
Facendo ancora qualche giro entriamo in uno dei bellissimi chiostri di cui la città è disseminata e scopriamo una scuola d'arte in cui si insegnano musica, estetica, pittura...parlo con una delle insegnanti che incensa l'istituto ed effettivamente mi pare un bel posto, mi saluta con un "que te vaya bien", sentirò questa frase spesso e imparerò a usarla anche io...
Arequipa si trova ai piedi di un maestoso vulcano, il Misti, inattivo dal 1784, e scopro che il Perù è uno dei paesi più attivi da questo punto di vista, ci sono ben 110 vulcani, molti dei quali attivi, per questo l'attività sismica è altissima.
Un picchetto di studenti che manifesta contro la corruzione all'università è ormai stabile da due giorni vicino a Plaza de Armas, hanno anche piantato una tenda, passiamo di lì ogni giorno diverse volte e loro sono lì, impassibili nella forza delle loro idee. L'Italia degli anni 70 è il Perù del 2009, penso.
Dopo un Pisco sour a pranzo che mi stordisce vagamente decido di mangiarmi un bel lomo saltado (manzo con patate e verdure) e un pò di queso helado, un dolce molto buono al sapore di latte...peccato per la cannella che detesto....


La città è ricca di monumenti, la Plaza de Armas, la Iglesia y los claustros de la Compañia de Gesús, il Monasterio de Santa Catalina...quest'ultimo mi impressiona per i colori accesi, rosso, azzurro...e per il lusso che lo contraddistingue trattandosi in realtà di un convento...ci viene spiegato che qui le "sorelle" non vivevano esattamente né in povertà né tantomeno in clausura, ma facevano parte delle famiglie spagnole più ricche....
Lasciamo la città bianca per dirigerci verso Chivay, nel Valle del Colca: uno spettacolo naturale senza pari. Ci fermiamo a 5900 metri al Mirador de los Volcanes per vedere bene il Misti, come scendo dal pulmino percepisco chiaramente, o per meglio dire lo fa il mio corpo, la rarefazione dell'aria...mi sento un'astronauta e cammino con la verve di un bradipo. Respira mi dice Edwin...e non è così scontato come si pensa...


Attraversiamo lande desolate, qua e la si scorgono dei piccoli cimiteri al bordo della strada, qualche chiesetta diroccata (quelle non mancano mai insieme a enormi croci...) case di fango e lamiera come ne vedremo a migliaia...e poi loro: gli alpaca, i lama e le vigogne!
Io amo gli animali e la guida ci spiega che la vigogna è un animale molto sensibile che, se percepisce il pericolo, arriva fino a spaccarsi letteralmente il cranio contro i massi, se non può scappare. Coraggio o viltà?
Arriviamo a Chivay e scopro che la mia compagnia non trova più la TAM, Tarjeta Andina de Migración, che consente agli hotel di non pagare alcune tasse e a voi di non pagare una multa...quindi all'aeroporto tenetela... Placo il panico della mia compagna e le dico che a Cusco, dove avremo la mattina libera, risolveremo il problema.
Facciamo una passeggiata tra rovine inca e luoghi sacrificali, poi andiamo a cena dove ci aspetta anche un ballo folcloristico....ma non mi aspettavo che ne avrei fatto parte....il ballerino mi tira su di peso stile sacco di patate e mi fa roteare per tutto il ristorante....vergogna magna...
Il giorno dopo passiamo per alcune piccole città come Maca, prima di arrivare alla Cruz del Condor, dove vediamo questi enormi volatili librarsi nell'aria del mattino...un'avvertenza: andate qui di primo mattino, il Condor plana, non vola, ed ha bisogno delle correnti ascensionali calde create dal calore rilasciato dal terreno nelle prime ore del mattino...ne vediamo diversi...


Un ragazzo romano si sta letteralmente cospargendo di crema dato che ci sono 35 gradi, una ragazza tedesca gli fa le foto, la guardo con aria interrogativa e penso che devono essere proprio annoiate....
Continuiamo con un autista decisamente pazzo che guida a zig zag a una velocità impressionante verso Puno, passiamo attraverso pianure sconfinate, piccole valli di alta montagna, un enorme lago zeppo di fenicotteri rosa e la temperatura scende in poche ora fino a che non....nevica!
Arriviamo a Puno dopo aver attraversato Juliaca che ci viene descritta dall'autista maniaco come la città che vive di contrabbando e commercio, specie con la vicina Bolivia, dove tutto cosa, incredibilmente, meno.
Il mattino seguente partiamo per il Titicaca, vogliamo dormire ad Amantani, presso una famiglia del posto. C'è un sacco di polizia al porto, ci chiediamo come mai finché non scorgiamo un qualcosa che somiglia a una noce di cocco nell'acqua...è un cadavere; hanno ucciso un uomo e le barche da turismo continuano a partire a mezzo metro dal suo corpo morto...resto scossa.
Arriviamo alle smodatamente turistiche isole galleggianti (poiché prima di una base di terreno, ma costruite interamente con "totora" una specie di canna che viene usata anche per costruire barche, case, e per mangiare) ed anche se le trovo interessanti e bellissime vedere gli abitanti così asserviti al turista mi fa veramente tristezza. Compro una collanina chiedendo a Maria, la donna che mi fa vedere la sua casa in cui per inciso c'è la TV alimentata da pannelli solari, se i soldi andranno interamente a lei. Mi dice di si, ma non so se crederle.


Arriviamo dopo circa tre ore ad Amantani e conosco Judith, che ci ospiterà nella sua casa!
Non c'è corrente, non esiste acqua e la cucina è fatta di fango ma esco fuori e vedo le montagne della Bolivia e mi sento libera e penso che non vorrei essere da nessun'altra parte.
Scaliamo la collina, siamo oltre i 4000 metri e la stanchezza si sente, inizi a piovere fortissimo e siamo costretti a tornare....smette in tempo per la sera e Judith mi da alcuni dei suoi abiti da mettere...tengono caldissimo!!!! Balliamo qualche ora insieme a locali e altri ospiti e torniamo a casa....La mattina partiamo per Taquile, meno belle e che mi ricorda un pò le 5 terre liguri....
Ritorniamo a Puno con un bel ricordo nel cuore, domani si va a Cusco!
Arriviamo a Cusco dopo solo 12 ore di viaggio con qualche tappa sul sentiero e scorriamo cartelli che dopo il nome della città recitano "se està alfabetizando", perà la Coca Cola `ovunque, persino sulle insegne delle strade come vedrete dalle foto.
Il Cusco mi fa una bella impressione, il centro storico è piccolo ma carino, ci sono un sacco di mercatini aperti anche la sera e un grande mercato pubblico in cui si vende ogni genere di merce, specie mais e patate che vengono coltivate in quantità e in un numero indecifrabile di varietà...mais morado, mais blanco, mais tradicional...e via dicendo.
Vediamo vari siti archeologici poco interessanti se devo essere sincera, anche dove viene celebrata la Inti Raymi, la festa del sole, in agosto, le costruzioni inca sono di una precisione che a volte mi lascia sbalordita però diciamo che sono decisamente ripetitive....
Sulla strada per Machu Picchu si nota chiaramente il cambiamento di clima e di vegetazione...sembra di entrare nella giungla...ed in effetti è quasi così. Il pulmino scala una ripida salita ed arriviamo all'ingresso di uno dei misteri più grandi della storia antica, una delle sette meraviglie del mondo....lo statunitenze Hiram Bingham la scoprì per puro caso cercando un'altra cittadella, quella di Vilcabamba, che si trova a circa 4 ore di distanza.
Ci vollero ben tre anni per disboscare Machu Picchu ed ora questa meraviglia è visibile a tutti.
Dormendo a Aguas Calientes, dove peraltro potrete fare i bagni termali (io avevo già usufruito a Chivay), potrete prendere il primo pullman del mattino e visitare il sito senza l'invasione dei turisti (e io consiglio anche senza una guida, ma solo con un buon libro in merito) e magari tentare la scalata al Wayna Picchu, la montagna giovane, dove è consentita l'ascesa a 400 persone al giorno, dato che ci sono già stati dei decessi che hanno portato oltre a questa limitazione, la messa in sicurezza del percorso.
Se vi va, sappiate che all'uscita potete timbrarvi il passaporto con il timbrino di Machu Picchu.
La Valle Sacra dell'Urubamba, uno dei fiumi più grandi che potrete ammirare anche dall'alto del Machu è l'ultima tappa del viaggio...mi piacerà molto, specie Ollantaytambo dove per puro caso troveremo la festa della fondazione della città che ci sarà solo quel giorno!
In conclusione il Perù è un paese che vale la pena visitare, anche se servirebbe molto più tempo per vedere anche Lima, Nasca, Paracas, Ica...ma ti lascia nel cuore qualcosa di importante. L'orgoglio di chi non ha niente ma ti sorride sempre, il formaggio di Judith, lo spirito ribelle degli abitanti di Arequipa, la mondanità del Cusco e la magia di Machu Picchu.
A volte non sai capire se la gente percepisca il suo modo di vivere come "limitante", credo che nel poco che hanno, nel modi che hanno, stiano bene così.
La loro coscienza politica è forte, campeggiano ovunque slogan che inneggiano a sindaci vari e a Fujimori e la figlia Keiko, che rimangono ancora adesso nel cuore dei peruviani come baluardi del momento di maggior prosperità del paese.


È una terra di contrasti, i pannelli solari e i poster dell'Inter nelle case di fango di Amantanì, Le donne in abito tipico che giocano a calcio meglio degli uomini, le signore che parlano solo quechua e hanno paura che la mia macchina fotografica "rubi loro l'anima".
Potrei dire ancora un milione di cose, ma mi fermo qui, con un proverbio che mi ha insegnato un autista: a quien quiera el celeste, que le cueste, e a voi lascio trovarne il significato.